L'IMPRESA NOVA CHE IL CITTADINO HA IN ANIMO DI INTRAPRENDERE
Le numerose corrispondenze tra i dati acquisiti alla ricerca antiquariale e le moltissime testimonianze fisiche e letterarie di Roma antica - molti di quei confronti appaiono già storicizzabili in tutta la loro assiomatica evidenza - propongono dati storicizzabili utili agli studiosi come agli imprenditori per lo sviluppo di reti attrezzate per l'Info-Edu-Entertainment culturale. Attraverso le testimonianze raccolte i nuovi operatori potranno rappresentare memorie fisiche e simboliche disperse nella città, racconti monumentali da raccogliere e da organizzare in contenitori museali da aprire ai visitatori ed ai cittadini, creazione di valori aggiunti per modelli di ricerca integrati con la natura da mettere a punto assieme alle istituzioni pubbliche preposte. I prodotti derivati saranno convertibili in attività digitale a supporto di fondazioni culturali simili a quella romana unitariamente intesa e protesa al superamento dello spazio-spazzatura urbano (Junkspace). I costi-benefici di ogni impresa (da ripartire sul 61% privato +39% col pubblico) sono da suddividere tra PoloTecnologico Romano e gli stessi cittadini che diventano azionisti dell'impresa mista in essere. Gli investimenti per una simile impresa culturale, da legare ai restauri monumentali, vanno indirizzati a forme di didattica applicata da consegnare come risorsa al turismo , un modo per creare innovazione e rappresentare diversamente le storie urbane recuperando le identità disperse dei siti monumentali. Allora il cittadino del centro come quello delle periferie lontane interessati a sviluppare l'impresa collettiva per il Bene Comune Roma ed entrambi consapevoli dell'esistenza di un DNA topografico per guida della storia, concorrono in autonomia e sperimentano progetti produttivi di tutela alternativa, strategie culturali attraverso reti unitarie economicamente più vantaggiose di quelle oggi praticate.
La realizzazione dell'E-Museo della Storia oltre che testimoniare le identità riscoperte offre visione e ruolo al Bene Comune, ed un'architettura d'avanguardia può stimolare imprese "surreali" come quella per le bananaovertexas: allo stesso modo l'impresa di un vettore-monumentale veicola la imago urbis attraverso siti privilegiati su cui si proiettano i dati testimoniali della rete antica. Insomma i racconti moderni e antichi vengono accolti da tante piccole e medie imprese che "illuminano" produttivamente il loro territorio attraverso la rete globale che rivisita la cultura topologica degli spazi-spazzatura dell'urbanesimo. Si coinvolgono i modelli tipologici monumentali e le trame topografiche antiche servono a ripulire i canali della rete digitale mediatica , un modello per restituire etica alla troppa estetica della modernità. Archetipi culturali riconoscibili lungo i sentieri selvaggi della luce rendono allora indispensabile il recupero del design d'arte sopra i territori mentre si pianifica il recupero che mette in contraddizione lo spazio-spazzatura e restituisce identità ai luoghi. I percorsi dell'antico sovrapposti ai nuovi livelli funzionali affrontano la dimensione del "grosso" che si impone come architettura del bigness , dominio "glocale" che può annullare i non-luoghi nella città della storia.